Claudio Bonanni frequenta un territorio espressivo denso di sollecitazioni, derivate dall 'ambiente in cui vive; qui l 'artista va a reperire quei motivi che sulla tela passano con facilità dallo stato fisico a quello poetico.
L'adesione al vero è solo un motivo di partenza per una vicenda, quella squisitamente creativa, che lo impegna sul versante di una resa cromatica complessa nella sua strutturazione d'impasti; essa non replica semplicemente l'esistente, ma lo trasforma in un'atmosfera di luminosa musicalita di forme e colori.
Claudio Bonanni, romano di Tivoli, ha scoperto l’isola magica degli Argonauti e se ne è innamorato. Nei suoi dipinti palpita l’esprit d’élection d’un’isola smagliante e felice.
Accanto alle liriche immagini lussignane si avvicendano altri luoghi dell’Istria marittima, come Rovigno, blandita dalla rosea carezza del sole. E poi Trieste, dalla quale si leva una “lauda” figurativa di potente espressività. Un piccolo capolavoro è la veduta notturna del Molo Audace ripreso di scorcio, come uno sperone proteso nel blu profondo del mare e del cielo incoronato dalle luci lontane della città . Una sospensione poetica, una visione estatica.
Dalle elegie marine alla montagna. I paesaggi della Carnia e delle Dolomiti si collocano in una personale atmosfera di "oggettività fantastica", in cui il declinare del rilievo documentale verso certo straniamento iperrealista viene travolto dalla fluidità e dal fremere scapigliato dei pigmenti, dalle taccheggiature sontuose di materia, dai fraseggi di una tecnica abile e preziosa, dallo sciogliersi delle masse strutturali in una stoffa densa e atmosfericamente mobile.